Smart working e cybersecurity: passi urgenti per le aziende

A metà marzo il Ministero del Lavoro stimava che, dati alla mano, erano raddoppiati rispetto a 5/6 mesi prima gli utenti che lavoravano da postazioni remote. È di pochi giorni fa la notizia che la Pubblica Amministrazione ha prorogato la possibilità dello smart working a tutto il 2020 e molte aziende private stanno adottando la stessa politica. È dunque urgente esaminare gli asset aziendali con un audit per comprendere come affrontare i problemi di sicurezza e del trattamento dei dati nelle connessioni da remoto.

 

Sicurezza dati con un device aziendale

Questa soluzione è quella che permette la maggiore protezione dei dati anche nel rispetto delle prescrizioni del GDPR. In questo caso gli specialisti ICT possono impostare le caratteristiche essenziali che consentono al lavoratore di operare in tutta sicurezza.

Il computer aziendale deve avere dischi e informazioni cifrati per una protezione in caso di furti e smarrimento e collegamento alla rete aziendale con protocollo esclusivo che protegge anche il traffico dati.

 

Sicurezza dati con un device personale

In questo caso la protezione dei dati diventa più difficile, soprattutto se l’uso del computer non è di utilizzo personale ma condiviso con altre persone di famiglia. Si deve intervenire su due fronti: da un lato impostando il computer da parte di un tecnico IT con programmi e accessi sicuri, dall’altro con la formazione del dipendente per la conoscenza dei rischi su comportamenti dannosi.

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